anna buttignol psicoterapeuta

The privilege of a lifetime is to become who you truly are. “Carl Gustav Jung”

 
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Chi sono

Sono nata in Friuli Venezia Giulia alla fine degli anni '70. Qui ho vissuto i primi 18 anni della mia vita.

Una tappa importante è stata la laurea in Psicologia all'Università degli Studi di Padova nel 2002 con una tesi sugli aspetti sociopsicologici del consumo ambientalmente responsabile.

Dopo il tirocinio post lauream svolto all'Istituto di Terapia Familiare di Treviso e all'Università di Cádiz, in Andalusia, ho iniziato il training quadriennale presso l´Istituto di Terapia Familiare di Firenze, dove nel 2008 ho conseguito la specializzazione in Psicoterapia familiare e relazionale.

 

Experience

Nanny
Reference Name
Jan 2007 to present

Research Assistant
Reference Name
Aug 2015 to Dec 2015

Camp Counselor
Reference Name
Jun 2014 to Aug 2014

Counseling Intern
Reference Name
Jan 2016 to Aug 2016

Teaching Assistant
Reference Name
Sep 2014 to Dec 2014

 

Education

M.S. Psychology
School Name
Fall 2016 to present

B.A. Political Science
School Name
Fall 2011 to Spring 2015

 

Volunteer Experience

Peer Counselor
Organization Name     
Jan 2014 to May 2014

Program Coordinator
Organization Name
Jan 2013 to May 2013

Position Title
Organization Name      
Jan 2012 to May 2012

Teen Grief Counselor
Organization Name
Jun 2013 to Dec 2013

Position Title
Organization Name      
Jun 2012 to Sep 2012

Position Title
Organization Name
Feb 2009 to Sep 2011

 

Skills & Languages

Organized

Patient

Communicative

Empathetic

Collaborative

English

Spanish

Mandarin

 

References

Guillermo Alvarez
Job Title, Business
555-555-5555

Margaret Oh
Job Title, Business
555-555-5555

Rain Tilden
Job Title, Business
555-555-5555

Doug Bolt
Job Title, Business
555-555-5555

 
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Approccio Metodologico

Da aprile 2014 lavoro presso lo studio Lenaupraxis di Neukölln, Berlino, come psicoterapeuta individuale e di coppia in italiano, inglese e spagnolo.
Nascendo da un percorso formativo in ambito sistemico relazionale, il mio approccio terapeutico si fonda sull’esplorazione dei modelli relazionali vissuti e interiorizzati in ambito familiare. Grande attenzione rivestono nelle mie terapie miti e mandati che vengono trasmessi spesso inconsapevolmente dai genitori ai figli attraverso le generazioni e la cui forza e intensità possono cristallizzarsi a tal punto nel presente da generare veri e propri blocchi evolutivi ed esistenziali: precetti, valori e idee a volte rigidi su come si cresce, su cosa significa essere un uomo o una donna, avere successo nella vita, essere deboli o forti, buoni o cattivi ecc ecc., che spesso si trasformano in divieti e inibizioni interiori producendo sofferenza e disorientamento.
La possibilità di lavorare su temi emotivi salienti della propria storia familiare consente di attenuare “forze transgenerazionali” inconsapevoli e di attivare processi riparativi in cui la differenziazione e l’individuazione rispetto alle propria famiglia d’origine (soprattutto rispetto all’immagine che di essa viene interiorizzata) possano avvenire senza il bisogno di attuare tagli emotivi; tema tra l’altro molto rilevante per chi si trova a vivere l’esperienza della migrazione nel proprio percorso di vita, (una potenziale fuga, non solo in senso lato).
L’utilizzo di metodi esperenziali, non verbali e simbolici (quali per esempio la scultura familiare, il genogramma, l’esplorazione della narrazione onirica) costituisce un aspetto importante del mio approccio terapeutico. Il significato centrale che per me ha l’immagine individuale e relazionale in terapia, nonché degli archetipi a cui essa attinge, si è sviluppato e rafforzato anche attraverso un percorso di psicanalisi personale junghiana.
Considero l’immagine un prezioso veicolo di ispirazione associativa e un potenziale specchio di ciò che non si conosce di sé e a cui spesso non si riesce a dar voce attraverso le parole. La metafora (linguistica, artistica, onirica) permette di andare oltre il canale comunicativo gestito e controllato dalla ragione. 
A volte esso si presenta saturo di senso e significati precostituiti, di veri e propri pregiudizi, che impongono un’immobilità e una stasi anziché favorire quei processi trasformativi necessari della persona, nel tempo, che conducono a una crescita e a un reale cambiamento.
— Iram Qureshi, Newspaper Editor & Mother of two

Contatti

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